IL COMMENTO ALLA NOTIZIA | Il prossimo 15 gennaio l’Atv, l’azienda di trasporti locali di Verona, inizierà la sperimentazione su alcune linee di bus serali di un sistema a prenotazione, definito con molta fantasia Scipione. Come funzionerà? Gli utenti (una volta venivano chiamati cittadini) interessati al servizio dovranno prenotarsi tramite specifica app. L’esperimento ha già avuto un precedente a Legnago, nella Bassa Veronese, e pare che abbia avuto esito positivo, soprattutto nella lotta agli abusivi che utilizzano i mezzi pubblici senza pagare il biglietto.

Quindi non rimane che applaudire a tale iniziativa? No.mIn primis perché, come purtroppo sta diventando una brutta e costante abitudine, il cittadino è costretto ad utilizzare uno smartphone per poter usufruire di un servizio che, almeno teoricamente, è ancora considerato pubblico perciò accessibile a tutti. E chi non ne fosse in possesso o semplicemente non fosse capace di utilizzarlo? Una volta lo Stato si preoccupava che i propri cittadini avessero un livello minimo di istruzione, oggi invece impone a tutti l’uso di strumenti tecnologici per poter accedere a servizi essenziali.

Ed è proprio sul concetto odierno di servizi oggi imperante che, nel caso che stiamo trattando, si pone un altro problema. Ricordiamo quanto affermato dall’articolo 16 della Costituzione: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale”. Da qui sorgeva l’obbligo giuridico per lo Stato (almeno quando ancora aveva una connotazione sociale) di garantire questo diritto ai cittadini. E infatti in materia di trasporto pubblico si parlava di servizi minimi, motivo per cui spesso gli autobus giravano con una presenza di persone anche inferiore alla metà della capienza ma nessuno aveva da contestare alcunché proprio perché si riteneva fosse doveroso garantire quel tipo di servizio alla cittadinanza.

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