
Dalla Francia al Belgio, dall’Austria all’Italia, dall’Olanda alla Germania, tutti a lezioni di sottomissione.
La cosiddetta sinistra europea e comunità musulmane stanno usando la scuola con la scusa dell’integrazione per inculcare ai nostri figli i dogmi dell’Islam.
Nel nostro paese abbiamo subito gli istituti chiusi per il Ramadan, le merende vietate all’intervallo per notare il digiuno dei musulmani, i corsi del velo esamico e ora pure le preghiere inginocchiati davanti all’imam.
Oramai è una deriva senza fine, le nostre radici calpestate senza ritegno per accogliere a braccia aperte chi ci chiama infedeli.
In Olanda già da anni abbiamo scuole che visitano i centri islamici.
Pensate che in Germania una famiglia che aveva osato lamentarsi per la gita in moschea della classe di sua figlia, il 90% degli iscritti di fede islamica.
Uno schema destinato a ripetersi anche in Italia come stiamo vedendo nell’ultimo caso di Treviso.
In Inghilterra i bambini vengono portati in moschea addirittura per combattere l’islamofobia.
Ma io mi chiedo: ma in queste gite ci sarà un imam che racconta che in alcuni casi le donne non possono togliersi il velo appena le botte quando va bene e la morte quando va male, o che le donne sono costrette a pregare recinti separati durante il Ramadan.
“Sinistri” e musulmani parlano di integrazione ma praticano la sottomissione e noi a questo gioco non ci stiamo.
Non svendiamo la nostra cultura e le nostre tradizioni per compiacere chi vuole dominarci.
Davide Zedda
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