Inizialmente ho pensato ad uno scherzo di pessimo gusto, poi ad un fotomontaggio. Ed invece andando a vedere ho scoperto che è tutto vero. Non si parlava più di Giulia Cecchettin, questo dopo che si era parlato di lei e del suo omicidio per ventuno giorni consecutivi a reti unificate ventiquattr’ore su ventiquattro. E mentre la gente sui social e per la strada non parlava altro che dell’omicidio di Giulia Cecchettin, il sistema assestava un duro colpo all’universo maschile, all’uomo alfa, e mille altre cose di cui ho parlato nei miei editoriali e nei miei video, ovviamente non vergognandomi di essere uomo, illustrando i veri numeri relativi ai femminicidi ed evidenziando che anche uomini (non pochi), subiscono dalle donne violenze fisiche, psicologiche ed economiche. 

Ho evidenziato come il sistema attraverso i media, passa messaggi subliminali e sdogana ogni giorno pedofilia e satanismo. Per ventuno giorni non esistita che Giulia Cecchettin, ottima occasione per far sparire dalle cronache il massacro di quasi mille bambini in Palestina e la deportazione in Egitto a spese nostre di due milioni di palestinesi. Ovviamente (come spiegato mille volte), si è consumato un attacco al genere maschile senza precedenti, tanto da parlare insistentemente di patriarcato, in una società, quella italiana, da sempre matriarcale. Insomma, il sistema vuole una società satanica, pedofila, gender. Punto.

Che succede?  

Elena Cecchettin (sorella di Giulia, avete capito chi? Avete capito chi?), appare a tutta pagina in copertina su L’Espresso eletta persona dell’anno “perché ha trasformato il dolore privato in assunzione di responsabilità collettiva, costringendoci a dare un nome al male di cui soffriamo: il patriarcato. Ma dopo la diagnosi serve la cura”. 

Davide Zedda

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