Certamente ricorderete come in epoca Covid, erano spariti dai social i termometri. A cosa mi riferisco? Al fatto che la moda di pubblicare il termometro per mostrare che si aveva la febbre, scomparve di botto. Questo perché le persone avevano paura di farsi sapere malate, perché l’influenza era stata bandita, cancellata, sostituita dal Covid, e quindi nessuno si immaginava si far vedere un termometro. Sia ben chiaro, un modo di fare e di farsi vedere che possiamo tranquillamente definire cretino, ma succedeva. 

Poi 

Mentre sui social i termometri non esistevano più, fu indimenticabile il periodo delle folli raccomandazioni per i pranzi in famiglia, con tanto di tampone negativo che veniva pubblicato sui social. Insomma, i tamponi negativi festivi sostituirono i tradizionali termometri che avvisavano gli amici dell’influenza. 

Ed oggi? 

È incredibile (ma vero), dopo quattro anni (siamo quasi nel 2024), ci siano moltissime persone, direi sempre più persone, che (udite, udite), al minimo sintomo influenzale, si precipitano in farmacia (dunque, non stanno male), per fare l’immancabile tampone, che ovviamente dà esito positivo, ed ecco che i social si riempiono di persone che annunciano il loro Covid. Ovviamente sono almeno tridosati, credono ciecamente in ciò che hanno fatto, danno la colpa alle difese immunitarie e non capiscono che esse stanno sotto zero causa le 3/4 dosi di vaccino Covid. Non è mai la prima volta che prendono il Covid, lo prendono e lo riprendono volta per volta e in modo sempre più forte e invalidante. Dicono che possono garantire (difendono l’indifendibile), che non si tratta di una normale influenza, perché non sanno e non vogliono sapere che in realtà è influenza, anche bruttissima, figlia delle molteplici dosi di vaccino. Ripeto, alle soglie del 2024, milioni di persone ragionano e agiscono ancora così. 

Davide Zedda

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