Da almeno trent’anni i sindacati non fanno più gli interessi dei lavoratori. Anzi (molto spesso), essi sono il braccio destro dei padroni e più in generale di Confindustria. Questo almeno e certamente per quanto riguarda CIGL CISL e UIL. 

Come sono andate le cose

In questi trent’anni (ed in particolare in questo ventennio con l’Euro), le condizioni di vita dei lavoratori sono nettamente peggiorate grazie anche alla non contrapposizione dei sindacati alle tante manovre e riforme che hanno portato il lavoro a perdere quasi ogni tipo di tutela nei confronti dei lavoratori. Mai una battaglia per salari e stipendi ed occhi chiusi davanti al concetto di flessibilità che era ovviamente un cavallo di Troia per portare il precariato.

Amici di tutti 

Non tanto a parole, ma certamente nei fatti, in questi ultimi trent’anni il rapporto dei sindacati è stato (spesso strettissimo), non solo con Confindustria, ma anzitutto con i vari Governi che si sono succeduti. I sindacati sono diventati un’entità comune con i governi e con il mondo padronale. 

Di recente 

Lo stretto rapporto personale tra Landini e Draghi, portò lo storico sindacato di sinistra (che ovviamente non è più di sinistra da decenni), a proporre l’obbligo vaccinale anti Covid per tutti i lavoratori. Non una parola sulla questione (costosa) tamponi al lavoro, non una parola sulle sospensioni dal lavoro senza stipendio causa non vaccinazione, non una parola sull’apartheid, mai una parola sulle mascherine. 

Conclusione 

I sindacati sono parte integrante del potere. Oggi Landini minaccia l’ennesimo sciopero generale, quello che non volle in occasione dei tamponi per poter lavorare, degli obblighi vaccinali e delle sospensioni dal lavoro senza stipendio. Di più, fu lui con i colleghi di CISL e UIL a chiedere l’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori indipendentemente dalla loro età. 

Davide Zedda

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