IL COMMENTO | Gli anni li conosciamo, il concerto è facile comprendere di chi sia. Detto ciò, un mondo migliore. Perché? Sono tantissimi i motivi, ma concentrate la vostra attenzione sulla foto, sul pubblico ovviamente. Non vediamo il cielo, certamente era sgombro di scie chimiche, allora non esistevano. Non ci è una sola persona obesa, tutti guardano al palco, si vive emozione e gioia, si partecipa anima e corpo all’interno di un carnaio che era uno stare insieme uniti. 

Le immagini restavano impresse nell’anima, un’esperienza che i partecipanti si porteranno dentro per il resto delle loro vite. Perché? Non ci sono smartphone, quei fottutissimi smartphone che hanno portato le persone a non vivere più nessuna emozione. Da tempo gli accendini hanno lasciato spazio alle torce degli smartphone. Sì più, i concerti passano per le videocamere degli smartphone, tanto che la stragrande maggioranza delle persone vede tutto attraverso il proprio smartphone. 

E non è solo un problema da concerto, perché le vite passano così sempre e comunque: attraverso gli schermi dei propri smartphone. Perfino in situazioni da pronto intervento, prima saltano fuori gli smartphone, poi (forse)’ di interviene. Il prossimo passo sarà il visore, sarà sufficiente farlo diventare di moda e sostituirà la vita reale con quella virtuale. 

Un mondo senza più memoria, un mondo senza più emozioni. Un mondo gonfio di solitudine, anche quando si sta insieme. Un mondo di individualismo dove domina il dividi e impera, un mondo da schifo con capacità cognitive bassissime. Un mondo studiato a tavolino dai potenti della terra nel corso dei decenni. Un non mondo che diventa mondo. 

Prego, ora guardate gli sguardi di chi guardava al palco. Perché? Perché non esistono più.

Davide Zedda

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