Oggi ricorre l’anniversario della morte di Aldo Moro, che qui definisco il primo martire del nuovo ordine mondiale. Stanotte, quando ormai si era deciso per la sua liberazione in cambio di dodici miliardi di lire messi a disposizione dal Vaticano, e contestualmente ad una lettera nella quale Aldo Moro annunciava la sua completa uscita dalla politica, mentre stava seduto nella R4 custodito dai suoi carcerieri (il ruolo delle Br in tutta la vicenda fu un ruolo di mera manovalanza di basso livello e sotto copertura), ed in attesa che arrivasse una vettura vaticana per farlo rilasciare in suolo Vaticano (siamo nel garage di in un immobile ancora oggi del demanio in usato al Senato all’incrocio tra Via del Corallo, Via del Governo Vecchio e Via della chiesa nuova), da Washington arrivava un ordine extra nazionale che impediva allo Stato italiano di intervenire, bloccava la macchina del Vaticano e dava ordine di uccidere Aldo Moro. 

A fare fuoco sul Presidente della Dc non fu un brigatista. Aldo Moro ha pagato con la vita il suo suo modo di fare politica che infrangeva qualsiasi obbligo imposto alla sovranità limitata dello Stato italiano. Moro stampò moneta, Moro si occupò di faccende internazionali con particolare attenzione al mediterraneo, l’Africa e il medioriente. Moro volle una intelligence indipendente e non infiltrata e di fatto Made in USA. Moro sapeva che sarebbe morto. Moro era un pericolo perché rappresentava un altro mondo possibile, venuto meno con la sua uccisione. 

Davide Zedda

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