In preparazione al 18 maggio. Il principale dei problemi sta nel fatto che le persone (per propria natura), si destano soltanto quando il guaio è realtà, ed a volte neppure in quel momento. In questi quattro anni ne abbiamo avuto qualsiasi tipo di prova. Si diceva che prevenire era meglio che curare, ormai si prova una reazione a danno fatto. 

E se reazione non c’è, si resiste. È ciò che è accaduto con la farsa pandemica (passata dal lockdown alle più assurde regole e limitazioni delle libertà personali, per non parlare dei circa trenta articoli violati della costituzione), ebbene, anche nel 2020, non solo si è arrivati impreparati all’impatto, ma non vi stata una reazione collettiva, ma soltanto disobbedienza ad oltranza da parte di chi fin da subito disse no a quello schifo. Almeno dieci milioni di italiani erano coscienti che si era sotto attacco e dentro un complotto, ma la reazione non vi fu, si andò a resistere. 

E lo si è fatto per quattro anni, ciò nonostante sarebbe stato sufficiente dire no in dieci milioni che la farsa pandemica e poi tutto il resto sarebbero venuti meno nel giro di pochi secondi. 

Ecco perché da quattro anni vado a dire che la scorsa volta si è salvato chi ha resistito, ma la prossima volta (perché vi sarà una prossima volta), e più in generale siamo già dentro una prossima volta giornaliera, non basterà resistere perché occorrerà sapere ed agire per tempo. Ed invece vedo passività, quei dici milioni di resistenti sono tornati all’effimera libertà del 2019, per chi come noi non molla la presa sarà ovviamente più dura, non a caso siamo in una posizione di trovare rimedi per difendersi, perché non possiamo attaccare. Il 5G (solo un esempio), non è un problema da oggi, lo era anche prima ma nessuno ne parlava. E mille altre cose. Sì, ci si muove a gara già persa. Male, molto male.

Davide Zedda

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