In questo editoriale non voglio parlare della protesta degli agricoltori in sé, ne parlerò presto, anche perché è giusto parlarne, ma occorre mettere in evidenza tutta una serie di possibili errori che gli agricoltori non possono permettersi. Li commettessero, manderebbero all’aria la protesta. Ripeto, ne parlerò. Anche perché in questi tre anni di proteste se ne sono viste parecchie, tutte andate male. 

Ad ogni modo le insidie pullulano

Seguite questo semplice ragionamento. Se blocchi gli agricoltori (dunque impedisci loro a mezzo legge di coltivare al meglio così come si vuole fare, o li convinci a non coltivare in cambio di denaro in pieno stile reddito universale), ci sarà poco prodotto in circolazione), e ciò comporterebbe il fatto che a quel punto il prezzo dei prodotti finali da terra coltivata, salirà vertiginosamente.

Quindi?

Quindi vincerebbe il WEF, che vuole che la produzione agricola venga fermata comprando non le terre ma gli agricoltori. Perché? Classica azione, o meglio, manovra a tenaglia. Il poco cibo che arriva dalla produzione agricola costerebbe tantissimo, diventerebbe bene di lusso, ed allora… ed voilà ecco la soluzione: il cibo con gli insetti a buon prezzo pronto negli scaffali. 

Conclusione 

Non penserete mica che le nuove farine di insetti autorizzate con provvedimento in Gazzetta Ufficiale siano lì per caso? No, assolutamente. Sono lì nel momento giusto, sono lì nel momento in cui coltivare la terra su vasta scala non ha più senso, perché costa troppo. A dirlo sono gli agricoltori, che si stanno arrendendo. Anche perché le nostre terre sono diventate terre di conquista, e se ti fermi con la produzione puoi essere assistito economicamente fino a vent’anni. Ecco un esempio di reddito universale. Ma non sono soldi gratis, in cambio rinunci alle terre. E sulle tavole arrivano gli insetti.

Davide Zedda

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