IL COMMENTO ALLA NOTIZIA | Sono passati 43 anni da quella sera del 27 giugno 1980, quando sui cieli di Ustica venne abbattuto il DC9 Itavia in volo da Bologna a Palermo. 81 le vittime, e c’è chi ancora oggi in totale malafede parla di esplosione a bordo.

I fatti in estrema sintesi 

In quel periodo l’Italia aveva una moglie e una amante. Ciò che visto raccontando è il frutto di una mia intervista del 2008 fatta a Firenze alla Presidente dell’Associazione famiglie vittime della strage di Ustica, ovvero la Senatrice Daria Bonfietti. La moglie era Washington, l’amante la Libia: per interessi energetici e per la partecipazione di Gheddafi alle quote azionarie FIAT per un totale di poco inferiore al 15%, ovvero un’enormità. Per tali motivi, i Mig libici attraversavano i nostri cieli indisturbati con il trucco che ingannava i radar dell’epoca, ovvero volando sotto la pancia dei nostri aerei di linea. La Francia avvisò il Governo italiano che ciò non sarebbe più stato permesso, dunque avrebbero aperto il fuoco. Quella sera due Mig libici attraversarono i nostri cieli: uno di rientro dalla ex Jugoslavia (per manutenzione), l’altro per recarsi in Jugoslavia con a bordo (di diceva), Gheddaffi. 

L’intelligence italiana lo avvisò e gli salvò la vita. Quella sera il mare italiano era un teatro di guerra. Portaerei americane, francesi, caccia da tutta Europa. Il MiG di rientro dalla Jugoslavia si piazzò sotto la pancia del DC9. Mentre un secondo MiG fu abbattuto e ritrovato sui monti della Sila in Calabria, dalla portaerei francese Clemenceau si sollevò in volo un caccia che raggiunse il MiG che stava sotto la pancia del DC9, sparò un missile, il MiG si spostò, il missile colpì il DC9. Da qual momento depistaggi e morti ammazzati per coprire la verità. Una verità ora alla portata di tutti e confermata da Cossiga poco prima la morte.

Davide Zedda

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