In merito al mio Podcast sulla questione armi all’Ucraina (vi lascio il link per ascoltarlo), va detto quanto segue. Partiamo però ad ogni modo da un preciso presupposto, ovvero, l’Italia resterà fedele agli USA e alla NATO e proseguirà con l’invio delle armi (è pronto il nuovo pacchetto), all’Ucraina. Ciò che ho spiegato nel Podcast, il senso profondo di ciò che ho spiegato nel Podcast, mette in evidenza che una volta che si diventa schiavi di determinati accordi e meccanismo (in questo caso quello dell’invio delle armi), anche se ti venisse in testa si fermarti, passeresti guai. Un sì alla NATO, più in generale un sì a Washington, è per sempre. Non a caso la nostra è una repubblica a sovranità limitata fin dalla nascita, perché così si decise per punire il nostro Paese sconfitto in guerra, che immediatamente divenne una colonia americana e la portaerei nel Mediterraneo degli USA. 

Quindi?

Sarebbe più facile uscire dall’alleanza atlantica che venire meno agli assunti impegni bellici, in questo caso il riferimento è all’invio delle armi a Kiev. 

Un esempio di ciò che accadrebbe 

Poniamo il caso che il Governo italiano (qualunque esso sia), decida (ma non accadrà mai a prescindere), di interrompere l’invio delle armi all’Ucraina. Bene, sarebbe certo un grosso attentato al nostro Paese. Verrebbe spacciato per attacco terroristico, ma sarebbe di fatto invece un’operazione commissionata o realizzata dagli USA. Magari darebbero la colpa a dei terroristi di non meglio specificata specie e natura, oppure direbbero proprio che la matrice è nazista Ucraina. Insomma, se sgarri, paghi. L’errore è stato fatto all’origine, il sì alla NATO rappresenta già sul nascere la fine della nostra indipendenza e sovranità. 

Davide Zedda

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