L’Italia ha aderito all’Euro per volere della politica senza nessun consenso popolare. Non c’è stato un voto popolare referendario, non vi è stato neppure un voto parlamentare. 

Di popolare (nel senso che ha investito tutti i contribuenti italiani), c’è stata la tassa per sistemare i conti pubblici per poter entrare nell’Euro. L’Italia è entrata nel circuito della moneta unica per volere del Governo di centrosinistra, nello specifico per il volere di Ciampi e Prodi. 

Questi sono i boia dell’economia italiana, i protagonisti del disconoscimento della lira e di tutto ciò che poi ne è derivato, con particolare e preciso riferimento ad una crisi economica e occupazionale senza precedenti che peggiora di anno in anno e che va avanti ormai da più di vent’anni. 

Scegliere la moneta unica, scegliere di auto obbligarsi al rispetto di parametri economici comuni europei, non ha ovviamente portato sviluppo ma recessione, povertà e non certo ricchezza, precariato e non certo flessibilità. 

Dalla politica ai sindacati, sono tutti responsabili del disastro Euro. Una nazione che sceglie di rinunciare alla propria sovranità monetaria è una nazione che si auto condanna a morte. 

La speranza è quella che il sistema Euro crolli nel minor tempo possibile, perché all’orizzonte non vi è nessuna classe politica in grado di decidere l’uscita dell’Italia dall’Euro.

Davide Zedda

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