Questo non è progresso, è dipendenza. 

Ti hanno convinto che la comodità è libertà, ma ogni volta che ti semplificano la vita, ti levano un pezzo di autonomia. 

Non sai più cucinare? C’è il delivery. Non sai contare? C’è la calcolatrice. Non sai orientarti? C’è Google Maps. 

Non sai scegliere? Ci pensa l’algoritmo. 

Ma a forza di non sai, non sai più un nulla. 

Ogni strumento che ti toglie uno sforzo, ti toglie anche un’abilità. 

E tu lo chiami progresso, lo chiami modernità, lo chiami figo. 

Alexa ti spegne le luci, il robottino ti lava la casa, la IA scrive le mail. 

E tu ti senti smart, ma se domani saltano i server, tu non sai nemmeno fare un bonifico su carta, non sai dove andare, non sai chi chiamare, non sai come fare. 

E lì ti svegli, ti accorgi che la tua libertà è una finta. Ci stanno vendendo la dipendenza come un privilegio. Ma non è un privilegio. È un collare. È un guinzaglio elegante con tanto di app. Ma pur sempre un guinzaglio. 

Ci stanno addestrando all’impotenza. 

Non devi più saper fare. 

Devi solo saper usare. Ma quando tutto è centralizzato, autorizzato, filtrato, tu diventi gestibile, ricattabile, sostituibile. E quindi sì, oggi puoi fare tutto, ma solo finché te lo lasciano fare. 

E quando decideranno che qualcosa non si potrà più fare, tu sarai d’accordo, perché non saprai nemmeno da dove si comincia. 

Questo non è progresso, è decadenza. In abbonamento mensile. 

A proposito, imperdibile il video di domani o al mattino o al pomeriggio: non anticipo nulla.

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